L’origine di Bracciano è legata al fenomeno dell’incastellamento laziale, che secondo Sandro Carocci sarebbe avvenuto in due fasi: una prima tra il X e l’XI secolo e una seconda tra la fine del XII secolo e l’inizio del XIV. A questa seconda fase può ascriversi la fondazione del Castrum Brachiani per volontà della famiglia dei Prefetti di Vico, così chiamata perché deteneva l’ufficio della prefettura di Roma almeno dalla fine del XI secolo.
La prima costruzione fu una torre, visibile in diverse immagini antiche di Bracciano, di cui esiste un ancora un alzato di circa 15 metri all’interno del castello Orsini-Odescalchi. La torre, datata al XII secolo, fu costruita probabilmente con funzioni di controllo: la sua posizione, sulla sommità della collina, offriva un’ottima visibilità sul territorio circostante e sulla via Clodia. La costruzione della rocca e l’insediamento dei vassalli sono di poco posteriori: il primo documento in cui viene citato il castrum braccianese è del 1234.
All’interno della cinta muraria medievale, tracce della quale sono ancora visibili da via Fioravanti, si sviluppò un insediamento a conchiglia che aveva al suo interno due chiese: Santo Stefano e San Clemente, demolita nel Settecento, ma della quale rimane traccia nei toponimi del paese. Dal borgo si poteva scendere fino al lago, dove passava un ramo secondario della via Clodia che assicurava i collegamenti con Roma e l’alto Lazio.
Nella prima metà del XV secolo Bracciano venne in possesso della famiglia Orsini. Tra il 1470 e il 1490 Napoleone e poi suo figlio e Gentil Virginio costruirono l’attuale castello e una nuova cinta muraria che rispondeva alle più moderne teorie militari del tempo, ancora in gran parte esistente.
All’interno della nuova cinta fu compreso il convento di Santa Maria Novella, che era stato fondato nel 1438, e si sviluppò il paese nel corso del Cinquecento. Si accedeva alla città attraverso due porte dotate di ponti levatoi: Porta Santa Maria, posta nelle vicinanze del convento di Santa Maria Novella, e Porta falsa.
Entro i primi anni del ‘600 si saturò il perimetro delle fortificazioni rinascimentali, tanto che nel 1619 il Palazzo della Comunità fu costruito in un’area fuori porta, l’attuale piazza IV Novembre. Il palazzo è ancora oggi la sede principale del comune.
Nel 1696 il ducato di Bracciano venne acquistato da Livio I Odescalchi, nipote di papa Innocenzo XI. Livio volle insediare a Bracciano nuove attività economiche: una cartiera, sei ferriere e due mole, una per la produzione di olio e una per la macinatura del grano. A servizio degli opifici fece costruire un nuovo acquedotto, ancora visibile su via Principe di Napoli. Livio I morì senza avere figli e la costruzione degli opifici fu completata dal suo successore, il cugino Baldassarre Erba Odescalchi. La cartiera di Bracciano fu una delle più rinomate dello Stato pontificio; vi si produceva anche la filigrana utilizzata per le cedole bancarie.
Nel corso del XVIII secolo il paese continuò a espandersi fuori delle mura; prima lungo l’asse di via Fausti, il cosiddetto borgo Flavio, dove sono ancora visibili alcune belle costruzioni di quel periodo, poi su via Principe di Napoli.
Nel 1894 fu inaugurata la ferrovia Roma Viterbo, posta a quel tempo al limitare dell’abitato. Il paese continuò ad espandersi nel corso del Novecento saturando tutto l’asse di via Principe di Napoli e le aree circostanti fino al convento dei Cappuccini; a partire dagli anni ’80 fu edificato il quartiere di Bracciano nuova, posto verso la via di Castel Giuliano
Pagina aggiornata il 26/11/2024