Sala A – La Comunità

Sala dedicata alla storia della comunità di Bracciano

La sala introduce al museo ed alla Comunità di Bracciano, intesa come l’istituzione dalla quale ha avuto origine il Comune.

Le mappe illustrano il territorio e le antiche attività industriali del luogo mente le opere d’arte raccontano la vita istituzionale della città ed alcune personalità locali.


Bussola – sec. XIX – legno, ottone, piombo e vetro; 40×22, h cm 30

Bussola

L’urna era utilizzata per le votazioni del Consiglio della Comunità di Bracciano


Mappa dell’acquedotto Odescalchi – prima metà del sec. XVIII – china e acquarello su carta, cm 37,7×94

Mappa Acquedotto

Pianta dell’Edifici Eretti dall'(…) del Sig. Duca D. Baldassar Odescalco nel Suo Distinto Feudo della Città di Bracciano dall’anno 1719 e fino all’anno 1727 – mediante le nuove acque ritrovate nelle Sue Macchie alla Fiora e sotterraneam(en)te e archi in d(et)to luogo condottate. 

Il sistema di opifici posti sul corso dell’acquedotto comprende una cartiera, sei ferriere, una mola ad olio ed una a grano e fu impiantato per volontà della famiglia Odescalchi. Nei primi anni del Settecento Livio I (1658-1713) fece iniziare la costruzione dell’acquedotto, necessario per fornire forza motrice alle macchine; alla sua morte il suo successore Baldassarre Erba-Odescalchi (1683-1746), seguendo la sua volontà, fece completare il progetto con la costruzione degli opifici.
Il rapporto metrico della pianta è espresso in staioli, una misura agrimensoria usata nello Stato Pontificio; una catena agrimensoria, pari a 10 staioli, corrisponde a 12,846 metri.


Medaglia di Livio I Odescalchi (1658-1713)

Moneta

Sul fronte: In legenda: Livius I Odescalcus In esergo: Ant(onius) de Ianuario f(ecit)Sul retro:
In legenda: D(ei) G(ratia) Sirm(ii) et Brac(ciani) Dux / in omnem terram / exivit sonus

La medaglia rappresenta il ritratto di Livio I Odescalchi, duca di Bracciano e di Sirmio. Sul retro un erote alato sostiene una cornucopia dalla quale fuoriescono una corona, uno scettro e una tiara pontificia, simboli del potere civile e religioso degli Odescalchi: tra gli esponenti di spicco di questa famiglia vi è, infatti, Benedetto che divenne papa col nome di Innocenzo XI (1676-1689). Dalla fine del sec. XVII era di moda coniare medaglie con l’effigie del signore locale che venivano donate in occasioni ufficiali a scopo celebrativo.


Calamaio – manifattura locale, sec. XVII (1609) – bronzo e rame, cm 16X23, h cm 12

Mappa Acquedotto

Sulla fronte vi sono incisi i numi di tre priori di Bracciano nell’anno 1609, cui forse l’oggetto è stato regalato:
d’Antonio Fascina / d’Innocentio Ricciotto / d’Andrea Chrisostimi /prioribus.
Sul coperchio vi è lo stemma della Comunità di Bracciano e l’iscrizione incisa: Comunitas Brachiani 1609.
Il calamaio veniva usato dal collegio dei priori, i magistrati che curavano e amministravano gli interessi della Comunità, durante le riunioni. I priori duravano in carica sei mesi.


Stemma comunale – fine sec. XVI / inizio sec. XVII – manifattura locale – pietra basaltica, cm 53×75

Stemma

Questo stemma era collocato fin dai primi del Novecento sopra una fontana in via Giulio Volpi, lungo il muro di sostegno di piazza IV Novembre.

Il braccio piegato che impugna una rosa in campo azzurro è stemma della Comunità di Bracciano almeno fin dal XVI secolo.
La sua origine non è nota. Questo stemma, arricchito degli ornamenti araldici dei Comuni, fu adottato dal Comune dopo l’annessione all’Italia unita (1870).

Pagina aggiornata il 06/08/2024

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